“TU CRESCI CON LA MUSICA”: DA GERUSALEMME UN MESSAGGIO DI PACE
Il gemellaggio dei giovani trentini con i ragazzi ebrei, musulmani drusi e cristiani
Quello che abbiamo fatto riportato da Lisa ..eccolo
Ho scritto quello che abbiamo fatto nella settimana con alcune impressioni mie.
Sabato
18 agosto siamo partiti da Trento per Venezia, che, dopo i particolari
controlli abbiamo lasciato con destinazione Tel Aviv. Erano quasi le
dieci di sera e il pullman ci aspettava per portarci a Pequiyn,
villaggio Druso situato sul Monte Meron, dove si trovava l'hotel in cui
avremmo dormito per buona parte della settimana.
La mattina
successiva per la prima volta entravamo nel kibbuz Sasa, distante circa
venti minuti di pullman dall'hotel, dove, dopo una calorosa accoglienza
da parte dei ragazzi israeliani che avevamo conosciuto in Italia e dopo
esserci conosciuti attraverso esercizi teatrali, abbiamo cominciato le
prove divisi fra orchestra e teatro. Terminate quest'ultime, abbiamo
pranzato nella mensa comune del kibbuz, dopodichè ci è stato permesso un
po' di relax in piscina, fino alle tre, ora in cui sono rincominciate
le prove che sarebbero terminate solo alle sette. Alla tipica cena drusa
è seguito uno scambio di idee su quanto avevamo visto e imparato
dall'inizio del viaggio fino a quel momento e il rientro in hotel.
Lunedì, tornati a Sasa, abbiamo contiuato con le prove dello spettacolo,
che dopo un fresco tuffo in piscina, sono state riprese la sera.
All'hotel insieme agli amici israeliani ci siamo divertiti cercando di
imparare i balli tipici, un momento di unione e divertimento. Nel corso
dei due giorni di prove, eravamo stati molto a contatto con i ragazzi
del posto e questo ci aveva fatto capire che esistono altri modi di
suonare, altri generi musicali e, secondo me la loro voglia e
determinazione ci aveva spinti a migliorare. Martedì, il giorno del
primo grande spettacolo è cominciato con le prove allo splendido ed
enorme auditorium di Maalot a cui saremmo tornati il pomeriggio per fare
le prove generali. La cena al ristornate del teatro ha preceduto "tu
cresci con la musica", iniziato alle 20.30. Eravamo tutti tesi ed
emozionati, ma anche uniti e con tanta voglia di suonare e recitare.
Cominciate le prime note, il tempo è volato e in pochi attimi sentivo
già i caldi applausi del pubblico e una grande soddisfazione aveva preso
tutti. Il momento finale in cui abbiamo suonato e ballato insieme è
stato il più bello, emozionante, eravamo tutti felici e carichi per lo
spettacolo che era appena terminato. Qella sera, però, partivano anche i
ragazzi israeliani... i saluti tristi dopo due giorni trascorsi insieme
e la promessa di risentirsi. Nel pullman, rientrando all'hotel, si
respirava gioia, la soddisfazione per questo lavoro cominciato molto
tempo prima, faticoso, ma appagante. Nonostante la piccola
incomprensione del giorno precedente, tutto era andato per il meglio. E'
difficile esprimere quello che provavamo con semplici parole, qualcosa
di intenso e allo stesso tempo molto intimo per ognuno di noi. Mercoledì
era programmata una gita in Galilea: abbiamo visitato la Domus Galilee
sul monte delle beatitudini, visto la pietra su cui sono stati
moltiplicati i pani e i pesci e, nel pomeriggio Nazareth con il piccolo
mercatino e la chiesa dell'annunciazione in cui abbiamo assistito ad una
messa. In quel momento ho provato una strana sensazione quasi di
smarrimento che poi avrei ritrovato nel corso del viaggio, forse dovuta
al fatto che mi riusciva difficile immaginare la vita di Gesù nei posti
in cui ora sorge una città e una chiesa che appartengono ai giorni
nostri. Ancora un momento di riflessione e poi la partenza per Akko,
pittoresca e caratteristica città medievale dove uno splendido tramonto
ci ha lasciati senza parole. Dopo la cena e un po' di divertimento sulla
spiaggia della cittadina, siamo tornati per l'ultima notte in hotel. Il
giorno seguente, di mattina abbiamo visitato il Museo dei combattenti
dei ghetti che parla della Shoah, in cui si fondono rabbia, tristezza,
ma anche e soprattutto la speranza e la voglia di ricordare. Con queste
emozioni ci siamo recati agli splendidi giardini sacri e infine a
pranzo. Il pomeriggio, sistemati alla casa per pellegrini del convento
St Charles, abbiamo avuto modo di scambiarci nuovamente idee e
impressioni su quanto stava succedendo. Infine abbiamo cenato e siamo
tornati al convento. Era già arrivato venerdì, il giorno del secondo
spettacolo al teatro YMCA... Nonostante il pubblico poco numeroso,
eravamo molto contenti, carichi ma anche agitati. Secondo me, le
emozioni non erano così forti quanto quelle del primo concerto, forse
perchè non c'erano più i compagni israeliani. Le parole
dell'ambasciatore, gli applausi ci premiavano ancora e quella sensazione
di tranquillità e gioia tornavano in noi. Eravamo un gruppo sempre più
coeso e questo rendeva tutto più semplice. Se questi erano gli stati
d'animo del mattino, il pomeriggio, entrando a Gerusalemme, camminando
per la via dolorosa, entrando nel Santo Sepolcro e pregando al muro del
pianto, un insieme di incredulità davanti ai luoghi scari per fede, di
tristezza, di stupore di fronte agli abiti rigorosi di alcuni ebrei e di
smarrimento mi hanno presa. Dopo la notte al convento, la mattina
successiva, alle 5.30 siamo partiti per Tel Aviv dove, passati i
controlli abbiamo preso il volo per Venezia. Sull'aereo si sentiva la
tristezza di lasciare Israele, di concludere un percorso che ci aveva
dato grandi soddisfazioni e di lasciare qelle persone che ormai erano
diventate familiari, amiche, con cui avevamo costruito o rinforzato dei
legami di amicizia e pace. In conclusione del viaggio, ci è stato
permesso di suonare durante il volo, in cielo, e così, fra le note
dell'inno d'Italia, mamma mia e altri ci avvicinavamo sempre più
all'Italia. Da Venezia, in pullman, siamo giunti a Trento dove ci
attendevano i genitori. Nonostante la stanchezza, alla fine del viaggio
ci siamo salutati, abbracciati , tristi ma arricchiti da quella
settimana e ancora più uniti. Era terminata un'avventura che certo non
dimenticherò mai. Abbiamo conosciuto realtà di completa condivisione
come il kibbuz, modi di vivere diversi dai nostri, grande disponibilità,
cordialità e determinazione, provato emozioni uniche durante i concerti
e avuto l'occasione di vedere i luoghi più sacri della nostra
religione. Un'esperienza meravigliosa che oltre a conoscere nuove
culture ci è servita a crescere, migliorare e capire che la pace esiste,
anche in questi luoghi e che l'arte è uno strumento ottimo per farla
nascere.
Lisa
Commenti a caldo:
Lia Giovanazzi Beltrami
80 ragazzi dai 13 ai 16 anni: ebrei, arabi, drusi, cristiani uniti dal teatro e dalla musica in Galilea e a Gerusalemme. Quanto di meglio i nostri giovani hanno potuto regalarci. Grazie!
Lia Giovanazzi Beltrami
Ben tornati! Il viaggio in aereo piu bello che ho mai fatto...
Massimiliano Rizzoli
La valigia è tornata nello sgabuzzino e tutti i vestiti che conteneva sono stati lavati, stirati e ordinati; tutto in ordine tranne i miei pensieri. Non ho ancora avuto il tempo di meditare e soprattutto elaborare cosa abbiamo fatto la scorsa settimana: vedo magliette colorate, musica, ragazzi, viuzze strette, tramonti mozzafiato, una luce abbagliante, teatri e luoghi sacri e non sono ancora riuscito a lavare, stirare ed ordinare tutte le mie immagini. Una cosa però sento molto forte e cioè la soddisfazione per quello che abbiamo fatto. Siamo proprio stati bravi! Io e Fausto abbiamo solo acceso il fuoco della passione e dell’emozione ma la legna siete voi che con il vostro entusiasmo, la vostra energia e le vostre idee siete riusciti ad accendere l’entusiasmo in tutti coloro che vi stanno attorno. Continuate così, non abbiate mai paura di mettervi in gioco perché questo è il bello del vivere. Io ho imparato da voi che con la serenità e l’allegria la vita diventa più bella, le persone si trasformano in amici e i pensieri bui si dissolvono come la neve al sole. Mi avete insegnato che le ingiustizie vanno combattute senza paura perché solo la chiarezza riesce a sciogliere le tensioni che altrimenti sfociano in nuovi muri fra le persone: grazie! Sono molto orgoglioso di voi! Max
Alice Floriani
Musica, emozioni, discussioni, diverse etnie e religioni, non è stato solo questo il nostro viaggio, è stato qualcosa di più, non so bene se una scuola di vita o altro, ma qualcosa di più sicuramente si! Credo che sia stata un'esperienza indimenticabile per tutti, così forte che diventa quasi difficile rendersene conto! Volevo solo ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, dagli organizzatori ai i genitori che ci hanno adottato come figli loro per qualche giorno, abbeverandoci e incoraggiandoci!Ma soprattutto credo che un grazie davvero particolare vada al Max e il Fausto, che con la loro voglia di fare riescono sempre a sorprenderci, credono in noi, ci caricano di energia, sono sempre i nostri più agguerriti sostenitori che ci aiutano ad arrivare in fondo alle battaglie! Con un abbraccio ci asciugano le lacrime nei momenti di sconforto e ci regalano un sorriso ripetendoci il loro motto: " Niente è impossibile" che in fin dei conti non è solo un motto perchè non ci illudono, ma insieme a noi raggiungono degli obiettivi davvero splendidi. Grazie!
Davide Dauriz
Fantastica esperienza che non si dimenticherà facilmente!
François Macaire
Stupendo viaggio, grazie a tutti !!!! :) senza dubbio è stata l'estate più bella della mia vita!!!!! :D
Prima di prendere carta e penna e scrivere le mie impressioni avevo un sacco di idee, poi, quando ho cominciato ad elaborarle, mi sono reso conto di quanto sia difficile mettere per iscritto dei sentimenti e delle esperienze di questo genere. Ho davanti a me la foto che ho fatto sviluppare del meraviglioso tramonto di Akko, ma invece che darmi uno spunto mi confonde ulteriormente. Forse il miglior modo per descrivere le mie emozioni sarebbe un quadro astratto fatto di luce, macchie di colore, rosso, giallo, arancione... solo colori caldi. Colori caldi non perchè c'erano 40° di media, ma perchè, lo dico molto sinceramente, durante tutto il viaggio la felicità non mi ha mai abbandonato e questo credo sia soprattutto grazie a Fausto, grazie a Max e grazie a tutta l'Orchestra
Giacomo Piccioni
Troppo spesso dopo il viaggio in Israele mi sono posto la domanda:"E adesso?". E in effetti è vero l'estate è finita se non per quegli sgoccioli di malinconia che precedono l'anno scolastico. Il viaggio in Israele per me non è stata solo un esperienza passata e destinata ad essere dimenticata, è un pezzo della mia anima che ha lasciato un segno indelebile nella mia vita e che mi ricorderò per sempre. Questa esperienza mi ha fatto capire l'amicizia, quell'amicizia di un amico che non ti tradirebbe mai e che non ti negherebbe mai niente se non per il tuo bene. Ho capito anche la fraternità e l'auto reciproco che ci può essere fra due persone che vivono lontane ma che in quel momento hanno bisogno l'uno dell'altro. Per quanto riguarda il piccolo litigio che c'è stato fra noi e Angelica penso che non esista nulla al mondo che si può affrontare senza difficoltà e che sia proprio la nostra capacità di superare i problemi che ci differenzia gli uni dagli altri. Per questa parte di me stesso ringrazio i miei genitori che hanno creduto in me e che mi hanno sostenuto fino in fondo, ringrazio Fausto e Massimiliano per le emozioni e la voglia di fare che hanno trasmesso a tutta l'orchestra, ma soprattutto ringrazio i miei amici, dal primo all'ultimo perché sono loro ad avermi donato questa fantastica esperienza. Grazie di cuore a tutti
Simon Teatro Portland
Vorrei ringraziare tutti quanti per la bellissima esperienza, è stato divertentissimo e personalmente non vedo l'ora di ripeterla! :D Credo che tutti noi siamo tornati a casa con qualcosa in più! Grazie mille a tutti!Simon Israel Teatro PortlandIl viaggio è stato bellissimo da subito, a partire dall'atmosfera creata in autobus per andare a Venezia e dalle prima amicizie per caso nate in aereo.
Questa settimana passata insieme è indescrivibile; forse l'unica parola che si avvicina, anzi le uniche due parole che si avvicinano sono "stupenda e faticosa" (ma è una fatica che rifarei altre 10 volte consecutive!).
L'accoglienza, i sorrisi e le amicizie fra teatro e orchestra sia italiano sia israeliano sembrano una conoscenza nata da molti anni perchè la condivisione ha creato rapporti profondi.
Lo spettacolo...M A G N I F I C O!!! Un'esperienza forte, emozionante e appagante.
Il momento più bello per me, anche se triste, è stato quando abbiamo dovuto lasciare i nostri compagni d'avventura israeliani dopo soli tre giorni e tante ma tante ore passate insieme a provare e a scherzare.
Quest'avventura è durata ahimè solo una settimana ma settimane così belle succedono solo poche volte e quando capitano bisogna coglierle al volo, quindi se l'anno prossimo volete tornare anche solo per turismo tenetemi un posto che ci sarò!
Valeria Bertoldi teatro Portland
Ho appreso una nuova cultura, sperimentato piatti diversi (alcuni
buoni, altri un po’ meno), visitato posti incantevoli e ammirato
paesaggi che mi hanno lasciata a bocca aperta più volte.
Ma la cosa
più importante è che ho potuto conoscere e lavorare insieme a persone
speciali; a lavoro finito mi sono accorta che ciò che avevamo creato era
molto più di un semplice spettacolo, era amicizia, fiducia e pace.
Angela Adami
Lucia Gianformaggio
Si parlava di Israele come se fosse un viaggio lontano, ma è arrivato e già concluso. Abbiamo finito di vivere le esperienze che ci aspettavano, ma è come se nulla fosse finito, perché ognuno di noi sta continuando a ripensare al tutto. Le foto e i video rimarranno, ma anche se andassero persi, rimarrà sempre in noi questo forte ricordo. Siamo stati molto fortunati: chi è mai andato così lontano, a quindici anni, per fare musica e teatro insieme a ragazzi israeliani?
Abbiamo conosciuto persone che hanno lingue e culture diverse dalle nostre. Ci ha stupito molto la loro apertura e la loro voglia di vivere. Siamo stati su quel palco insieme, pensando in lingue diverse, ma provando le stesse emozioni. Siamo riusciti a creare un'atmosfera limpida e gioiosa.
Sembravamo un po' una famiglia ed è stato difficile separarci.
Torneremo all'ordinario e ricominceremo la scuola, avendo una storia diversa da raccontare. Questi giorni, anche se pochi, ci hanno fatto crescere. Inizio a credere alla possibilità di nuovi progetti per la prossima estate, perché penso che questo bel rapporto abbia stupito davvero tutti.
Ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questo viaggio!
Erica Marchi
Bisognerebbe utilizzare molte, forse troppe parole per descrivere questo viaggio che ,probailmente, risulterebbero persino inutili. Le emozioni che abbiamo provato, i sorrisi e, perchè no?, anche le lacrime di questo viaggio non sono eprimibili attraverso delle semplici parole perchè sicuramente sminuirebbero tutto questo. Se ora penso alla settimana passata mi salta subito in mente la forte emozione provata nel suonare i primi pezzi che aprivano la serata a Ma'alot, la gioia nel ballare tutti insieme alla fine e i grandi sorrisi tra noi ragazzi: Israeliani, Italiani, teatranti o orchestranti non importava più nulla ormai. Dopo due giornate di tensione era andato tutto per il meglio, forse proprio perchè il motto di Max e Fausto è vero: "NULLA E' IMPOSSIBILE". Mi sento quindi in dovere di ringraziare questi due papà che mettono l'anima per la nostra orchestra e non per averne un conpenso personale ma per vederci felici e, come direbbero loro, portatori di emozioni. E' stato un viaggio straordinario e certamente terrò con me i sorrisi e la gioia delle persone che ne hanno fatto parte che saranno indelebili insieme al ricordo di questa meravigliosa terra chiamata Israele. Grazie a tutti, a presto!
Elisa Ferrari
18 agosto 2012
È qui che è iniziato il nostro viaggio per Israele. Penso che dire che è stato bello sia palese perché un'esperienza così non capita tutti i giorni. Non ti svegli dal letto e vai in Israele a suonare con altri ragazzi del luogo per iniziare un progetto di pace e condivisione nel mondo! E invece noi l'abbiamo fatto, l'abbiamo fatto e ci abbiamo creduto fino alla fine soprattutto grazie a Max e Fausto, i nostri direttore e presidente che non ci hanno mai abbandonati e ci hanno incoraggiati da quando è iniziato il progetto 'orchestra fuoritempo'. Il viaggio non è stato solo una "vacanza" per visitare la Terra Santa ma un'occasione di crescita comune dove abbiamo potuto toccare con mano le caratteristiche di questo paese, senza filtri televisivi come ad esempio i telegiornali che spesso vediamo in tv ma che mostrano solo i lati negativi come la guerra composta da soldati armati, attentati, vittime spesso civili e distruzione... Noi invece abbiamo avuto la possibilità di farci un'idea nuova di Israele perché in questa settimana l'abbiamo conosciuto meglio e abbiamo incontrato anche dei ragazzi israeliani coi quali abbiamo realizzato uno spettacolo musicale e teatrale. Certo non sono mancati conflitti come quello affrontato per guadagnarci una parte nello spettacolo ma direi che ci ha fatto crescere e maturare anche questo disappunto. Inoltre conoscendo di persona questi ragazzi abbiamo potuto informarci sulle curiosità del paese e le loro abitudini e tutti sono stati molto gentili e disponibili nel risponderci e chiarirci i nostri dubbi. Ad esempio a una ragazza israeliana abbiamo chiesto cosa ne pensava dell'esercito obbligatorio e se non aveva paura a lasciare la sua casa e ci ha risposto che l'esercito non è fatto solo di guerra e che lei è contenta e onorata di poter aiutare il suo paese. La cosa che mi ha colpita di più e stata vedere la realtà del kibuzz un luogo dove ragazzi ebrei, arabi e cristiani vivono insieme condividendo tutto senza conflitti e rivalità. Questo mi ha fatto pensare molto perché se in Israele, dove arabi ed ebrei sono in conflitto da sempre, riescono a far nascere una realtà come questa di pace e condivisione non capisco come in Italia esista ancora il razzismo contro gli extracomunitari o le persone del sud. Dovremmo imparare un po' da loro e mettere da parte i pregiudizi verso chi consideriamo "diverso" perché in realtà siamo tutti uguali, la razza è una sola: quella umana, non importa la provenienza o il colore della pelle perché siamo fatti tutti allo stesso modo, il nostro cuore pulsa indipendentemente dai fattori elencati prima. Se così fosse non solo migliorerebbe il mondo e sarebbero cancellate le miserie e la guerra ma saremmo in pace con noi stessi invece che essere assillati dalla paura del "diverso". Il giorno della partenza poi eravamo tutti molto stanchi per le poche ore passate a dormire ma superati i numerosi controlli in aereoporto ci siamo imbarcati in aereo per tornare a casa e anche li abbiamo avuto una delle nostre solite idee stravaganti e abbiamo allietato le ore di volo tirando fuori i nostri strumenti dalle custodie iniziando a suonare le nostre canzoni di orchestra (anche se non in modo particolarmente intonato) tra le risate e lo stupore degli altri passeggeri che ci hanno ascoltati e applaudito divertiti. Un altro grazie va a tutti i genitori, accompagnatori e persone che hanno reso possibile questo viaggio senza perderci di vista un attimo riportandoci a casa sani e salvi. Insomma, cos'altro dire? È stata un'esperienza unica e magnifica che resterà nelle nostre menti per sempre. Grazie a tutti di cuore.
Elisa Ferrari
Viaggio di ritorno con suonata in aereo?? Fatto ahahah :D! Grazie a tutti per la magnifica esperienza e i bellissimi giorni trascorsi insieme :)
Martina Arnoldi
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!
Martina
Margherita Ferrari
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
Lisa Anegg
è inutile dire di più, l'opportunità che ci avete dato è stata grandissima, grazie max, grazie fausto! I ricordi rimarranno indelebili ma sempre vivi, penso, in ognuno di noi!
Lisa e Nicolò Anegg
...il cielo terso di fine estate senza l'ombra di una nuvola e quelle vie senza tempo in cui la mente si perde... e sfumando, quasi senza accorgersene, si scopre un'altra faccia di Israele: la cordialità, la
vivacità e la fantasia dei ragazzi e della gente che, sotto un certo aspetto, mettono in risalto una delle molte diversità con l'Italia che certo si notano addentrandosi nelle cittadine.. ma se da un lato queste non mancano, dall'altro colpisce quanto in fin dei conti ci assomigliamo, quanto ognuno di noi cerchi l'armonia e la serenità e quanto i desideri e le speranze si possano realizzare. Proprio in territori dove la violenza e la paura hanno regnato a lungo, siamo riusciti a intravedere qualcosa di
più che un semplice sogno. Quel processo di pace che sembra cominciato solo negli ultimi anni, in realtà come il kibbutz è ormai consolidato. E' quasi irreale, fuori dal mondo l'atmosfera che ci ha avvolti a Sasa, quando, entrati, siamo stati accolti dagli amici israeliani. Nel veloce susseguirsi
delle esperienze e dei giorni, abbiamo capito tutto ciò che spesso le persone dicono senza pensare, superficialmente, con una certa ipocrisia.
Non vorremmo che questa frase finisse per essere considerata come una frase "fatta", volta ad attirare l'attenzione, ma la pace e la convivenza, per quanto abbiamo visto, sono nell'aria e nello spirito di ogni persona e l'arte in tutte le sue forme, questa esperienza ci ha insegnato, è di vitale aiuto.
Marco Porcelluzzi
È stato un viaggio straordinario! Ho conosciuto ragazzi che per esprimersi usavano l’arte del teatro e della musica come noi dell’orchestra! Già dal primo giorno è nata un’amicizia tra noi anche solo suonando insieme all’altra orchestra e vedendo gli israeliani recitare! Mi è piaciuto molto anche visitare le città e scoprire come vivono le persone in un paese diverso dal nostro, dove è finita da poco la guerra e rendermi conto che le notizie che arrivano a noi sono spesso poco veritiere perché ho visto convivere serenamente persone di etnie e religioni diverse. Quello che sono riuscito a capire è che ci si può confrontare tra culture differenti anche senza comunicare a parole, ma esprimendosi solo con il linguaggio della musica e del teatro. Prima di questo viaggio non credevo che questa condivisione fosse possibile, ma ora penso sia una cosa fantastica. Noi con loro ci siamo riusciti. L’obiettivo dell’orchestra secondo me non era il successo ma lavorare insieme, creando un legame tra di noi. Sono convinto che ci siamo riusciti. È stata un’esperienza indimenticabile e per questo vorrei ringraziare max e fausto che hanno creduto in noi e che ci hanno aiutato e sostenuto in questo percorso.
Roberto Casagranda papa' accompagnatore del gruppo
Sono partito preoccupato per la responsabilità che mi sentivo da genitore accompagnatore pensando di trovare un paese completamente diverso, invece sono rimasto meravigliato dalla realtà che ho trovato. E’ stata un’esperienza indimenticabile, ringrazio tutti i compagni di viaggio in particolar modo gli organizzatori che mi hanno coinvolto in questo meravigliosa esperienza.Ciao.
Philippe Macaire papa' accompagnatore del gruppo
Viaggio indimenticabile! Faccio fatica riprendere il lavoro, e i pezzi risuonano in "loop" nella mia testa... Allevi, Boccelli, John Williams/Harry Potter, poi si ricomincia... E' stato un privilegio conoscere da più vicino questo meraviglioso gruppo di ragazze e ragazzi... Max e Fausto hanno sempre cercato di fare di voi delle persone migliori: a mio avviso ci stanno riuscendo... almeno fino alle 23 di sera (poi si può discutere... ;-) Grazie a tutti coloro che hanno reso questo splendido viaggio possibile!
Angelica Edna Beresheet LaShalom
e dopo tutte queste emozioni si inizia il nuovo anno!
noi ci incontreremo tutte le domeniche (che da noi e' giorno feriale)
abbiamo tante idee, tanti impegni e siamo pieni di energie dopo questa estate magica!!!
שלום לכולכם הורים וילדים יקרים!
Martina Arnoldi
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!
Martina
Margherita Ferrari
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
Lucia Gianformaggio
Si parlava di Israele come se fosse un viaggio lontano, ma è arrivato e già concluso. Abbiamo finito di vivere le esperienze che ci aspettavano, ma è come se nulla fosse finito, perché ognuno di noi sta continuando a ripensare al tutto. Le foto e i video rimarranno, ma anche se andassero persi, rimarrà sempre in noi questo forte ricordo. Siamo stati molto fortunati: chi è mai andato così lontano, a quindici anni, per fare musica e teatro insieme a ragazzi israeliani?
Abbiamo conosciuto persone che hanno lingue e culture diverse dalle nostre. Ci ha stupito molto la loro apertura e la loro voglia di vivere. Siamo stati su quel palco insieme, pensando in lingue diverse, ma provando le stesse emozioni. Siamo riusciti a creare un'atmosfera limpida e gioiosa.
Sembravamo un po' una famiglia ed è stato difficile separarci.
Torneremo all'ordinario e ricominceremo la scuola, avendo una storia diversa da raccontare. Questi giorni, anche se pochi, ci hanno fatto crescere. Inizio a credere alla possibilità di nuovi progetti per la prossima estate, perché penso che questo bel rapporto abbia stupito davvero tutti.
Ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questo viaggio!
Erica Marchi
Bisognerebbe utilizzare molte, forse troppe parole per descrivere questo viaggio che ,probailmente, risulterebbero persino inutili. Le emozioni che abbiamo provato, i sorrisi e, perchè no?, anche le lacrime di questo viaggio non sono eprimibili attraverso delle semplici parole perchè sicuramente sminuirebbero tutto questo. Se ora penso alla settimana passata mi salta subito in mente la forte emozione provata nel suonare i primi pezzi che aprivano la serata a Ma'alot, la gioia nel ballare tutti insieme alla fine e i grandi sorrisi tra noi ragazzi: Israeliani, Italiani, teatranti o orchestranti non importava più nulla ormai. Dopo due giornate di tensione era andato tutto per il meglio, forse proprio perchè il motto di Max e Fausto è vero: "NULLA E' IMPOSSIBILE". Mi sento quindi in dovere di ringraziare questi due papà che mettono l'anima per la nostra orchestra e non per averne un conpenso personale ma per vederci felici e, come direbbero loro, portatori di emozioni. E' stato un viaggio straordinario e certamente terrò con me i sorrisi e la gioia delle persone che ne hanno fatto parte che saranno indelebili insieme al ricordo di questa meravigliosa terra chiamata Israele. Grazie a tutti, a presto!
Enrico Rizzo
Volevo ringraziare anche io tutti voi che mi avete fatto vivere delle emozioni indescrivibili e che avete reso per me importante ciò che rende tutto più bello!!!!!!!!
Enrico Rizzo
Sebbene io sia più musicista che scrittore ho comunque deciso di raccontarvi l’esperienza che ho vissuto in questa bellissima settimana. Fino ancora a poco tempo fa, le emozioni che ho provato mi sembravano indescrivibili, ora invece sono riuscito a
riordinarle nella mia mente.
Devo ammettere che alla partenza pensavo di andare a fare una semplice tournèe in Israele come le grandi orchestre e suonare con un gruppo del posto. Questa esperienza invece si è rivelata molto di più a livello personale: incontrare dei coetanei musicisti,
aprirmi al dialogo e condividere con loro la musica non è stato semplice all’inizio; bisognava abbattere nella propria testa il pregiudizio del “diverso”. Grazie alla musica, al teatro e al carattere molto aperto e socievole dei ragazzi israeliani, che ci hanno
coinvolto sin dall’inizio, siamo riusciti a liberarci da tutti i nostri pregiudizi.
Quando siamo riusciti a toglierceli dalla testa è diventato tutto più semplice: ci siamo integrati e siamo diventati un gruppo unico formato non da Italiani, o Israeliani, da musicisti o da attori, ma da tanti ragazzi tutti quanti cittadini del mondo. Secondo me è
stato impressionante vedere come Israele sia quasi il fulcro del mondo dal punto di vista dei popoli diversi fra loro per religione, cultura e tradizione.
Sarebbe stato bello che i nostri amici fossero venuti con noi a Gerusalemme o a Nazareth, nelle tappe sul lago di Tiberiade e sul Monte delle Beatitudini. È stato come allontanare bellissimi rapporti di amicizia che si erano appena instaurati. Spero che
questa nostra amicizia possa proseguire e che il nostro viaggio sia una testimonianza di dialogo, pace, fratellanza e renda possibile per tutti seguire il nostro esempio. Con la determinazione che ci hanno “passato” gli Israeliani credo che sia sicuramente possibile
incontrarci nuovamente insieme: un’altra valanga di emozioni. Speriamo che la determinazione acquisita ci spinga sempre di più a credere in noi stessi e a realizzare i nostri sogni.
In particolare grazie a Max e a Fausto che hanno subito creduto in noi, ma anche all’assessore Beltrami e a tutti quelli che hanno reso possibile questa esperienza indimenticabile. Ringrazio gli accompagnatori e soprattutto i miei amici che come me
sono andati a caccia di nuove emozioni.
Grazie a tutti.
Ester Rizzo
Allevi, Pavane, Bach, Purcell, Sarabanda, Harry Potter, La vita è bella, Mamma Mia, Jurassic Park, Rinaldo, Summer Night, Irish Stew , Con te partirò e chi più ne ha più ne metta, perché non sto dando i numeri, o meglio note, ma anche se non sono una
scrittrice voglio anche io partecipare a questa raccolta di commenti sicuramente gradita a tutti.
Già un anno fa si parlava di Israele , ma come un’ idea, come una bolla di sapone fluttuante nel cielo che quando improvvisamente è scoppiata ha rivelato un aereo di compagnia israeliana diretto verso la modernissima Tel Aviv, e indovinate un po’, la
dentro c’eravamo noi, l’avreste mai detto???
Questo viaggio per me è stato fonte di nuove scoperte e conoscenze che mi sono portata a Trento come un bagaglio in più rispetto a quando sono partita. Ogni giorno imparavo qualcosa, in particolare dai nostri nuovi amici , diversi, ma in fondo in fondo, anche
uguali a noi. Fra prove, momenti liberi e rinfrescate in piscina ci siamo sicuramente conosciuti meglio. Personalmente a me è piaciuta molto la realtà del Kibuz e i suoi abitanti, e se mi chiedessero di ritornarci non esiterei (ammesso che mi paghino il volo e
il soggiorno, naturalmente =D).
Si può pur dire che questo viaggio me lo aspettavo molto diverso, ma vi assicuro pienamente che così è stato molto, molto meglio, perché se le cose non riservano sorprese diventano di gran lunga noiose. Mi sono divertita, ho sperimentato nuove cose
(a partire dal cibo dei DRUSI =D) e ne ho imparate altrettante.
Uno dei momenti più belli è stato il viaggio di ritorno, con il concertino per le hostess e ai passeggeri che, come la mia breve composizione giunta QUASI al termine, ha segnato una delle parti finali del nostro viaggio.
Già, QUASI perché mancano ancora i ringraziamenti che vanno in particolare a Max, aFausto e a tutti gli organizzatori della provincia. Inoltre vorrei ringraziare anche gli accompagnatori e i genitori restati “OLTREMARE” in questa fantastica avventura.
L’ultimo e il penultimo grazie sono per voi, cari compagni e per Angelica, la nostra stella polare , anzi “ORIENTALE”.
GRAZIE di cuore
Viviana e Martina
Dopo breve consulto, abbiamo deciso di rispondere assieme (le
gemelle). é stato il viaggio più bello di questa estate. ci
aspettavamo un paese pieno di guerra e militari armati invece ci siamo
trovate in un paese molto simile al nostro anzi forse più tecnologico
e moderno. Suonare con gli israeliani è stato molto bello ed
emozionante e come qualcuno ha già detto la musica ha eliminato ogni
differenza culturale e religiosa. noi siamo contente dell' impegno e
della serietà con cui, almeno per quel che riguarda l' orchestra
Fuoritempo, abbiamo affrontato e preparato questa esperienza e, visti
i buoni risultati, speriamo che il tutto non finisca qui
Marianna Beltrami teatro Portland
Ero già stata in Israele parecchie volte, ma questa volta è stato diverso e sicuramente è stata un'esperienza che mi ha toccata nel profondo, dal primo all'ultimo momento.
Tanti erano i dubbi e le domande che mi accompagnavano prima della partenza, ma non c'era risposta a nessuno di loro. Ciò di cui ero certa sin dall’inizio era che sarei tornata a casa cambiata. E infatti è stato così.
Già dalla partenza si respirava un clima di eccitazione, di serenità, e si capiva che eravamo tutti pronti e motivati al massimo per iniziare questa avventura.
Preparare il primo spettacolo è stato molto faticoso ma anche motivante. C’era un’energia grandissima e grande determinazione. Infatti, ciò che è venuto fuori è stato uno spettacolo magnifico, pulito e divertente. Non mi brucia il fatto che non abbiamo avuto tanto tempo libero: ne è valsa assolutamente la pena di fare ore e ore di prove al giorno. L’esperienza mi ha arricchita sia dal punto di vista recitativo che come persona.
Ho stretto amicizia con tantissime persone, vissuto mille esperienze fantastiche, visitato posti incantevoli.
Ho avuto l’occasione di parlare con molta gente, di toccare con mano com’è veramente essere una comunità, di divertirmi pur lavorando sodo.
Questo viaggio ha decisamente superato le aspettative e non vedo l’ora di ripetere un’esperienza del genere.
Vorrei davvero ringraziare tutti i ragazzi, uno per uno, i genitori e gli accompagnatori, Paolo, Michele, Fausto e Massimiliano, per aver contribuito a creare un qualcosa di magico e per averci donato una settimana meravigliosa che mai, nemmeno fra ottant’anni, riuscirò mai a dimenticare.
Marianna
Alessandro Chini
Appena ho rivisto i miei amici, dopo questa esperienza, è stato molto semplice descrivere loro i luoghi visitati e lo svolto... Quando però mi è stato chiesto cosa significasse questo viaggio per me ho avuto qualche difficoltà nel parlarne.
Scorro le foto dei nostri album, ripercorro mentalmente i ricordi, rivedo persone, sorrisi, strumenti, stanchezza, felicità, divertimento, Akko, il Monte delle Beatitudini, Gerusalemme, il lago di Tiberiade, aerei, tramonti...veramente tanti highlights, ma nessuno che mi suggerisse l'input giusto per cominciare.
Potrei dire di aver fatto un semplice viaggio all'estero o di aver trascorso una settimana di divertimento coi miei amici, ma mancherebbe sempre qualcosa, quel qualcosa che sicuramente ha reso tutto più speciale.
Ogni avventura della nostra vita comporta sempre un cambio di scelte, separazioni dalla quotidianità e dagli affetti, ma io credo che questo sia stata più una sfida con me stesso oltre che ad un'avventura.
Son partito con molta adrenalina ma una volta sceso dall'aereo ho capito che sarebbe stato diverso.
In questo viaggio non ci sarebbero state tante nozioni di storia, cultura o geografia bensì solamente un gruppo di semplici ragazzi accomunati da un'unica passione, con un unico sogno ed un'unica speranza: quella di poter gettare le basi per un mondo senza conflitti, per un mondo di pace (unica parola con cui potrei descrivere nel l'insieme il viaggio).
Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano (cit.)
Sono contento di poter dire che insieme abbiamo aggiunto un tassello a quel progetto che sta a cuore a tutto il mondo.
È stato fantastico: grazie a tutti quelli che hanno contribuito a farci vivere questa magnifica esperienza.
Alessandro
Marinella Rizzoli ,una mamma dell'orchestra.
Lorenza Tomasi, una mamma dell'orchestra.
.....Siete tornati da quest'avventura "cresciuti". Nello spirito, nella maturità che vi ha portato la conoscenza di tante persone e culture così diverse dalla nostra. Avete capito che la condivisione è possibile. Avete capito che esiste una lingua universale che va al di là di ogni confine; e quella lingua è scritta sugli spartiti: è il linguaggio universale della musica. Quel linguaggio apre i cuori e fa volare gli animi e le idee. Continuate a crederci, e portate sempre con voi l'entusiasmo di quest'avventura.
Lorenza
Mi sono serviti diversi giorni per "pesare i frutti", per capire cioè in profondità cosa è stato veramente questo viaggio. E a dire il vero mi ha sorpreso: ho continuato a parare di voi ragazzi, in ogni incontro che ho fatto questa settimana, ad ogni persona, in ogni situazione. Mi sono resa conto che la vostra ricchezza è davvero grande.
Lo ho già detto, e lo ripeto volentieri, vale la pena darvi fiducia. Non dobbiamo avere paura, come genitori, accompagnatori, amministratori. Dobbiamo mettere il futuro nelle VOSTRE mani, con coraggio, gioia, entusiasmo.
Il peso della responsabilità se n'è volato via solo sull'aereo di ritorno, mentre suonavate. Ma posso dire a gran voce: ne è valsa la pena.
Spero sia solo una tappa e che il nostro cammino insieme possa proseguire, per abbattere i muri del pregiudizio, per valorizzare le differenze in un' unica armonia, per costruire un futuro di pace.
GRAZIE, ALLA PROSSIMA!
Lia
Milena Corn, mamma e cuoca ufficiale dell'orchestra fuoritempo
Stupendo, meraviglioso, intenso ed impegnativo
Con voi ragazzi ogni luogo diventa indimenticabile, ho visto con quanta forza avete affrontato le difficoltà e quanto vi siete divertiti nei momenti liberi, specialmente dopo cena...Vi ringrazio per quello che mi avete trasmesso e mi scuso se sono stata troppo rompi....scatole.
Grazie Max e Fausto... senza di Voi il mondo cosa sarebbe??? ...Anzi l'orchestra Fuoritempo dove sarebbe???
Un grazie anche a tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto...
con affetto
Milena
Paola Raia , una mamma dell'orchestra fuoritempo
Gli eventi, le esperienze positive e negative vissute e filtrate dagli occhi dei propri figli possono diventare tutto per te che non vuoi altro che il meglio per loro. Attraverso l'entusiasmo e la consapevolezza dell'impegno per poter partecipare a questo progetto meraviglioso e l'affetto e la stima per tutti i compagni, ho potuto leggere qualcosa di Rocco che prima non conoscevo, un percorso di crescita tutto suo e ne sono felice. grazie Massimiliano e Fausto
“TU CRESCI CON LA MUSICA”: DA GERUSALEMME UN MESSAGGIO DI PACE
Il gemellaggio dei giovani trentini con i ragazzi ebrei, musulmani drusi e cristiani
Quello che abbiamo fatto riportato da Lisa ..eccolo
Ho scritto quello che abbiamo fatto nella settimana con alcune impressioni mie.
Sabato 18 agosto siamo partiti da Trento per Venezia, che, dopo i particolari controlli abbiamo lasciato con destinazione Tel Aviv. Erano quasi le dieci di sera e il pullman ci aspettava per portarci a Pequiyn, villaggio Druso situato sul Monte Meron, dove si trovava l'hotel in cui avremmo dormito per buona parte della settimana.
La mattina successiva per la prima volta entravamo nel kibbuz Sasa, distante circa venti minuti di pullman dall'hotel, dove, dopo una calorosa accoglienza da parte dei ragazzi israeliani che avevamo conosciuto in Italia e dopo esserci conosciuti attraverso esercizi teatrali, abbiamo cominciato le prove divisi fra orchestra e teatro. Terminate quest'ultime, abbiamo pranzato nella mensa comune del kibbuz, dopodichè ci è stato permesso un po' di relax in piscina, fino alle tre, ora in cui sono rincominciate le prove che sarebbero terminate solo alle sette. Alla tipica cena drusa è seguito uno scambio di idee su quanto avevamo visto e imparato dall'inizio del viaggio fino a quel momento e il rientro in hotel. Lunedì, tornati a Sasa, abbiamo contiuato con le prove dello spettacolo, che dopo un fresco tuffo in piscina, sono state riprese la sera. All'hotel insieme agli amici israeliani ci siamo divertiti cercando di imparare i balli tipici, un momento di unione e divertimento. Nel corso dei due giorni di prove, eravamo stati molto a contatto con i ragazzi del posto e questo ci aveva fatto capire che esistono altri modi di suonare, altri generi musicali e, secondo me la loro voglia e determinazione ci aveva spinti a migliorare. Martedì, il giorno del primo grande spettacolo è cominciato con le prove allo splendido ed enorme auditorium di Maalot a cui saremmo tornati il pomeriggio per fare le prove generali. La cena al ristornate del teatro ha preceduto "tu cresci con la musica", iniziato alle 20.30. Eravamo tutti tesi ed emozionati, ma anche uniti e con tanta voglia di suonare e recitare. Cominciate le prime note, il tempo è volato e in pochi attimi sentivo già i caldi applausi del pubblico e una grande soddisfazione aveva preso tutti. Il momento finale in cui abbiamo suonato e ballato insieme è stato il più bello, emozionante, eravamo tutti felici e carichi per lo spettacolo che era appena terminato. Qella sera, però, partivano anche i ragazzi israeliani... i saluti tristi dopo due giorni trascorsi insieme e la promessa di risentirsi. Nel pullman, rientrando all'hotel, si respirava gioia, la soddisfazione per questo lavoro cominciato molto tempo prima, faticoso, ma appagante. Nonostante la piccola incomprensione del giorno precedente, tutto era andato per il meglio. E' difficile esprimere quello che provavamo con semplici parole, qualcosa di intenso e allo stesso tempo molto intimo per ognuno di noi. Mercoledì era programmata una gita in Galilea: abbiamo visitato la Domus Galilee sul monte delle beatitudini, visto la pietra su cui sono stati moltiplicati i pani e i pesci e, nel pomeriggio Nazareth con il piccolo mercatino e la chiesa dell'annunciazione in cui abbiamo assistito ad una messa. In quel momento ho provato una strana sensazione quasi di smarrimento che poi avrei ritrovato nel corso del viaggio, forse dovuta al fatto che mi riusciva difficile immaginare la vita di Gesù nei posti in cui ora sorge una città e una chiesa che appartengono ai giorni nostri. Ancora un momento di riflessione e poi la partenza per Akko, pittoresca e caratteristica città medievale dove uno splendido tramonto ci ha lasciati senza parole. Dopo la cena e un po' di divertimento sulla spiaggia della cittadina, siamo tornati per l'ultima notte in hotel. Il giorno seguente, di mattina abbiamo visitato il Museo dei combattenti dei ghetti che parla della Shoah, in cui si fondono rabbia, tristezza, ma anche e soprattutto la speranza e la voglia di ricordare. Con queste emozioni ci siamo recati agli splendidi giardini sacri e infine a pranzo. Il pomeriggio, sistemati alla casa per pellegrini del convento St Charles, abbiamo avuto modo di scambiarci nuovamente idee e impressioni su quanto stava succedendo. Infine abbiamo cenato e siamo tornati al convento. Era già arrivato venerdì, il giorno del secondo spettacolo al teatro YMCA... Nonostante il pubblico poco numeroso, eravamo molto contenti, carichi ma anche agitati. Secondo me, le emozioni non erano così forti quanto quelle del primo concerto, forse perchè non c'erano più i compagni israeliani. Le parole dell'ambasciatore, gli applausi ci premiavano ancora e quella sensazione di tranquillità e gioia tornavano in noi. Eravamo un gruppo sempre più coeso e questo rendeva tutto più semplice. Se questi erano gli stati d'animo del mattino, il pomeriggio, entrando a Gerusalemme, camminando per la via dolorosa, entrando nel Santo Sepolcro e pregando al muro del pianto, un insieme di incredulità davanti ai luoghi scari per fede, di tristezza, di stupore di fronte agli abiti rigorosi di alcuni ebrei e di smarrimento mi hanno presa. Dopo la notte al convento, la mattina successiva, alle 5.30 siamo partiti per Tel Aviv dove, passati i controlli abbiamo preso il volo per Venezia. Sull'aereo si sentiva la tristezza di lasciare Israele, di concludere un percorso che ci aveva dato grandi soddisfazioni e di lasciare qelle persone che ormai erano diventate familiari, amiche, con cui avevamo costruito o rinforzato dei legami di amicizia e pace. In conclusione del viaggio, ci è stato permesso di suonare durante il volo, in cielo, e così, fra le note dell'inno d'Italia, mamma mia e altri ci avvicinavamo sempre più all'Italia. Da Venezia, in pullman, siamo giunti a Trento dove ci attendevano i genitori. Nonostante la stanchezza, alla fine del viaggio ci siamo salutati, abbracciati , tristi ma arricchiti da quella settimana e ancora più uniti. Era terminata un'avventura che certo non dimenticherò mai. Abbiamo conosciuto realtà di completa condivisione come il kibbuz, modi di vivere diversi dai nostri, grande disponibilità, cordialità e determinazione, provato emozioni uniche durante i concerti e avuto l'occasione di vedere i luoghi più sacri della nostra religione. Un'esperienza meravigliosa che oltre a conoscere nuove culture ci è servita a crescere, migliorare e capire che la pace esiste, anche in questi luoghi e che l'arte è uno strumento ottimo per farla nascere.
Lisa
Lia Giovanazzi Beltrami
80 ragazzi dai 13 ai 16 anni: ebrei, arabi, drusi, cristiani uniti dal teatro e dalla musica in Galilea e a Gerusalemme. Quanto di meglio i nostri giovani hanno potuto regalarci. Grazie!
Lia Giovanazzi Beltrami
Ben tornati! Il viaggio in aereo piu bello che ho mai fatto...
Lia Giovanazzi Beltrami
Massimiliano Rizzoli
La valigia è tornata nello sgabuzzino e tutti i vestiti che conteneva sono stati lavati, stirati e ordinati; tutto in ordine tranne i miei pensieri. Non ho ancora avuto il tempo di meditare e soprattutto elaborare cosa abbiamo fatto la scorsa settimana: vedo magliette colorate, musica, ragazzi, viuzze strette, tramonti mozzafiato, una luce abbagliante, teatri e luoghi sacri e non sono ancora riuscito a lavare, stirare ed ordinare tutte le mie immagini. Una cosa però sento molto forte e cioè la soddisfazione per quello che abbiamo fatto. Siamo proprio stati bravi! Io e Fausto abbiamo solo acceso il fuoco della passione e dell’emozione ma la legna siete voi che con il vostro entusiasmo, la vostra energia e le vostre idee siete riusciti ad accendere l’entusiasmo in tutti coloro che vi stanno attorno. Continuate così, non abbiate mai paura di mettervi in gioco perché questo è il bello del vivere. Io ho imparato da voi che con la serenità e l’allegria la vita diventa più bella, le persone si trasformano in amici e i pensieri bui si dissolvono come la neve al sole. Mi avete insegnato che le ingiustizie vanno combattute senza paura perché solo la chiarezza riesce a sciogliere le tensioni che altrimenti sfociano in nuovi muri fra le persone: grazie! Sono molto orgoglioso di voi! Max
Alice Floriani
Musica, emozioni, discussioni, diverse etnie e religioni, non è stato solo questo il nostro viaggio, è stato qualcosa di più, non so bene se una scuola di vita o altro, ma qualcosa di più sicuramente si! Credo che sia stata un'esperienza indimenticabile per tutti, così forte che diventa quasi difficile rendersene conto! Volevo solo ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, dagli organizzatori ai i genitori che ci hanno adottato come figli loro per qualche giorno, abbeverandoci e incoraggiandoci!Ma soprattutto credo che un grazie davvero particolare vada al Max e il Fausto, che con la loro voglia di fare riescono sempre a sorprenderci, credono in noi, ci caricano di energia, sono sempre i nostri più agguerriti sostenitori che ci aiutano ad arrivare in fondo alle battaglie! Con un abbraccio ci asciugano le lacrime nei momenti di sconforto e ci regalano un sorriso ripetendoci il loro motto: " Niente è impossibile" che in fin dei conti non è solo un motto perchè non ci illudono, ma insieme a noi raggiungono degli obiettivi davvero splendidi. Grazie!
Davide Dauriz
Fantastica esperienza che non si dimenticherà facilmente!
François Macaire
Stupendo viaggio, grazie a tutti !!!! :) senza dubbio è stata l'estate più bella della mia vita!!!!! :D
Prima di prendere carta e penna e scrivere le mie impressioni avevo un sacco di idee, poi, quando ho cominciato ad elaborarle, mi sono reso conto di quanto sia difficile mettere per iscritto dei sentimenti e delle esperienze di questo genere. Ho davanti a me la foto che ho fatto sviluppare del meraviglioso tramonto di Akko, ma invece che darmi uno spunto mi confonde ulteriormente. Forse il miglior modo per descrivere le mie emozioni sarebbe un quadro astratto fatto di luce, macchie di colore, rosso, giallo, arancione... solo colori caldi. Colori caldi non perchè c'erano 40° di media, ma perchè, lo dico molto sinceramente, durante tutto il viaggio la felicità non mi ha mai abbandonato e questo credo sia soprattutto grazie a Fausto, grazie a Max e grazie a tutta l'Orchestra
Prima di prendere carta e penna e scrivere le mie impressioni avevo un sacco di idee, poi, quando ho cominciato ad elaborarle, mi sono reso conto di quanto sia difficile mettere per iscritto dei sentimenti e delle esperienze di questo genere. Ho davanti a me la foto che ho fatto sviluppare del meraviglioso tramonto di Akko, ma invece che darmi uno spunto mi confonde ulteriormente. Forse il miglior modo per descrivere le mie emozioni sarebbe un quadro astratto fatto di luce, macchie di colore, rosso, giallo, arancione... solo colori caldi. Colori caldi non perchè c'erano 40° di media, ma perchè, lo dico molto sinceramente, durante tutto il viaggio la felicità non mi ha mai abbandonato e questo credo sia soprattutto grazie a Fausto, grazie a Max e grazie a tutta l'Orchestra
Giacomo Piccioni
Troppo spesso dopo il viaggio in Israele mi sono posto la domanda:"E adesso?". E in effetti è vero l'estate è finita se non per quegli sgoccioli di malinconia che precedono l'anno scolastico. Il viaggio in Israele per me non è stata solo un esperienza passata e destinata ad essere dimenticata, è un pezzo della mia anima che ha lasciato un segno indelebile nella mia vita e che mi ricorderò per sempre. Questa esperienza mi ha fatto capire l'amicizia, quell'amicizia di un amico che non ti tradirebbe mai e che non ti negherebbe mai niente se non per il tuo bene. Ho capito anche la fraternità e l'auto reciproco che ci può essere fra due persone che vivono lontane ma che in quel momento hanno bisogno l'uno dell'altro. Per quanto riguarda il piccolo litigio che c'è stato fra noi e Angelica penso che non esista nulla al mondo che si può affrontare senza difficoltà e che sia proprio la nostra capacità di superare i problemi che ci differenzia gli uni dagli altri. Per questa parte di me stesso ringrazio i miei genitori che hanno creduto in me e che mi hanno sostenuto fino in fondo, ringrazio Fausto e Massimiliano per le emozioni e la voglia di fare che hanno trasmesso a tutta l'orchestra, ma soprattutto ringrazio i miei amici, dal primo all'ultimo perché sono loro ad avermi donato questa fantastica esperienza. Grazie di cuore a tutti
Simon Teatro Portland
Vorrei ringraziare tutti quanti per la bellissima esperienza, è stato divertentissimo e personalmente non vedo l'ora di ripeterla! :D Credo che tutti noi siamo tornati a casa con qualcosa in più! Grazie mille a tutti!Simon Israel Teatro PortlandIl viaggio è stato bellissimo da subito, a partire dall'atmosfera creata in autobus per andare a Venezia e dalle prima amicizie per caso nate in aereo.
Questa settimana passata insieme è indescrivibile; forse l'unica parola che si avvicina, anzi le uniche due parole che si avvicinano sono "stupenda e faticosa" (ma è una fatica che rifarei altre 10 volte consecutive!).
L'accoglienza, i sorrisi e le amicizie fra teatro e orchestra sia italiano sia israeliano sembrano una conoscenza nata da molti anni perchè la condivisione ha creato rapporti profondi.
Lo spettacolo...M A G N I F I C O!!! Un'esperienza forte, emozionante e appagante.
Il momento più bello per me, anche se triste, è stato quando abbiamo dovuto lasciare i nostri compagni d'avventura israeliani dopo soli tre giorni e tante ma tante ore passate insieme a provare e a scherzare.
Quest'avventura è durata ahimè solo una settimana ma settimane così belle succedono solo poche volte e quando capitano bisogna coglierle al volo, quindi se l'anno prossimo volete tornare anche solo per turismo tenetemi un posto che ci sarò!
Valeria Bertoldi teatro Portland
Angela Adami
Valeria Bertoldi teatro Portland
Ho appreso una nuova cultura, sperimentato piatti diversi (alcuni
buoni, altri un po’ meno), visitato posti incantevoli e ammirato
paesaggi che mi hanno lasciata a bocca aperta più volte.
Ma la cosa più importante è che ho potuto conoscere e lavorare insieme a persone speciali; a lavoro finito mi sono accorta che ciò che avevamo creato era molto più di un semplice spettacolo, era amicizia, fiducia e pace.
Ma la cosa più importante è che ho potuto conoscere e lavorare insieme a persone speciali; a lavoro finito mi sono accorta che ciò che avevamo creato era molto più di un semplice spettacolo, era amicizia, fiducia e pace.
Angela Adami
Lucia Gianformaggio
Si parlava di Israele come se fosse un viaggio lontano, ma è arrivato e già concluso. Abbiamo finito di vivere le esperienze che ci aspettavano, ma è come se nulla fosse finito, perché ognuno di noi sta continuando a ripensare al tutto. Le foto e i video rimarranno, ma anche se andassero persi, rimarrà sempre in noi questo forte ricordo. Siamo stati molto fortunati: chi è mai andato così lontano, a quindici anni, per fare musica e teatro insieme a ragazzi israeliani?
Abbiamo conosciuto persone che hanno lingue e culture diverse dalle nostre. Ci ha stupito molto la loro apertura e la loro voglia di vivere. Siamo stati su quel palco insieme, pensando in lingue diverse, ma provando le stesse emozioni. Siamo riusciti a creare un'atmosfera limpida e gioiosa.
Sembravamo un po' una famiglia ed è stato difficile separarci.
Torneremo all'ordinario e ricominceremo la scuola, avendo una storia diversa da raccontare. Questi giorni, anche se pochi, ci hanno fatto crescere. Inizio a credere alla possibilità di nuovi progetti per la prossima estate, perché penso che questo bel rapporto abbia stupito davvero tutti.
Ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questo viaggio!
Erica Marchi
Bisognerebbe utilizzare molte, forse troppe parole per descrivere questo viaggio che ,probailmente, risulterebbero persino inutili. Le emozioni che abbiamo provato, i sorrisi e, perchè no?, anche le lacrime di questo viaggio non sono eprimibili attraverso delle semplici parole perchè sicuramente sminuirebbero tutto questo. Se ora penso alla settimana passata mi salta subito in mente la forte emozione provata nel suonare i primi pezzi che aprivano la serata a Ma'alot, la gioia nel ballare tutti insieme alla fine e i grandi sorrisi tra noi ragazzi: Israeliani, Italiani, teatranti o orchestranti non importava più nulla ormai. Dopo due giornate di tensione era andato tutto per il meglio, forse proprio perchè il motto di Max e Fausto è vero: "NULLA E' IMPOSSIBILE". Mi sento quindi in dovere di ringraziare questi due papà che mettono l'anima per la nostra orchestra e non per averne un conpenso personale ma per vederci felici e, come direbbero loro, portatori di emozioni. E' stato un viaggio straordinario e certamente terrò con me i sorrisi e la gioia delle persone che ne hanno fatto parte che saranno indelebili insieme al ricordo di questa meravigliosa terra chiamata Israele. Grazie a tutti, a presto!
Elisa Ferrari
18 agosto 2012
È qui che è iniziato il nostro viaggio per Israele. Penso che dire che è stato bello sia palese perché un'esperienza così non capita tutti i giorni. Non ti svegli dal letto e vai in Israele a suonare con altri ragazzi del luogo per iniziare un progetto di pace e condivisione nel mondo! E invece noi l'abbiamo fatto, l'abbiamo fatto e ci abbiamo creduto fino alla fine soprattutto grazie a Max e Fausto, i nostri direttore e presidente che non ci hanno mai abbandonati e ci hanno incoraggiati da quando è iniziato il progetto 'orchestra fuoritempo'. Il viaggio non è stato solo una "vacanza" per visitare la Terra Santa ma un'occasione di crescita comune dove abbiamo potuto toccare con mano le caratteristiche di questo paese, senza filtri televisivi come ad esempio i telegiornali che spesso vediamo in tv ma che mostrano solo i lati negativi come la guerra composta da soldati armati, attentati, vittime spesso civili e distruzione... Noi invece abbiamo avuto la possibilità di farci un'idea nuova di Israele perché in questa settimana l'abbiamo conosciuto meglio e abbiamo incontrato anche dei ragazzi israeliani coi quali abbiamo realizzato uno spettacolo musicale e teatrale. Certo non sono mancati conflitti come quello affrontato per guadagnarci una parte nello spettacolo ma direi che ci ha fatto crescere e maturare anche questo disappunto. Inoltre conoscendo di persona questi ragazzi abbiamo potuto informarci sulle curiosità del paese e le loro abitudini e tutti sono stati molto gentili e disponibili nel risponderci e chiarirci i nostri dubbi. Ad esempio a una ragazza israeliana abbiamo chiesto cosa ne pensava dell'esercito obbligatorio e se non aveva paura a lasciare la sua casa e ci ha risposto che l'esercito non è fatto solo di guerra e che lei è contenta e onorata di poter aiutare il suo paese. La cosa che mi ha colpita di più e stata vedere la realtà del kibuzz un luogo dove ragazzi ebrei, arabi e cristiani vivono insieme condividendo tutto senza conflitti e rivalità. Questo mi ha fatto pensare molto perché se in Israele, dove arabi ed ebrei sono in conflitto da sempre, riescono a far nascere una realtà come questa di pace e condivisione non capisco come in Italia esista ancora il razzismo contro gli extracomunitari o le persone del sud. Dovremmo imparare un po' da loro e mettere da parte i pregiudizi verso chi consideriamo "diverso" perché in realtà siamo tutti uguali, la razza è una sola: quella umana, non importa la provenienza o il colore della pelle perché siamo fatti tutti allo stesso modo, il nostro cuore pulsa indipendentemente dai fattori elencati prima. Se così fosse non solo migliorerebbe il mondo e sarebbero cancellate le miserie e la guerra ma saremmo in pace con noi stessi invece che essere assillati dalla paura del "diverso". Il giorno della partenza poi eravamo tutti molto stanchi per le poche ore passate a dormire ma superati i numerosi controlli in aereoporto ci siamo imbarcati in aereo per tornare a casa e anche li abbiamo avuto una delle nostre solite idee stravaganti e abbiamo allietato le ore di volo tirando fuori i nostri strumenti dalle custodie iniziando a suonare le nostre canzoni di orchestra (anche se non in modo particolarmente intonato) tra le risate e lo stupore degli altri passeggeri che ci hanno ascoltati e applaudito divertiti. Un altro grazie va a tutti i genitori, accompagnatori e persone che hanno reso possibile questo viaggio senza perderci di vista un attimo riportandoci a casa sani e salvi. Insomma, cos'altro dire? È stata un'esperienza unica e magnifica che resterà nelle nostre menti per sempre. Grazie a tutti di cuore.
Elisa Ferrari
Viaggio di ritorno con suonata in aereo?? Fatto ahahah :D! Grazie a tutti per la magnifica esperienza e i bellissimi giorni trascorsi insieme :)
Martina Arnoldi
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!
Martina
Margherita Ferrari
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
Martina Arnoldi
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
Lisa Anegg
è inutile dire di più, l'opportunità che ci avete dato è stata grandissima, grazie max, grazie fausto! I ricordi rimarranno indelebili ma sempre vivi, penso, in ognuno di noi!
Lisa e Nicolò Anegg
...il cielo terso di fine estate senza l'ombra di una nuvola e quelle vie senza tempo in cui la mente si perde... e sfumando, quasi senza accorgersene, si scopre un'altra faccia di Israele: la cordialità, la
vivacità e la fantasia dei ragazzi e della gente che, sotto un certo aspetto, mettono in risalto una delle molte diversità con l'Italia che certo si notano addentrandosi nelle cittadine.. ma se da un lato queste non mancano, dall'altro colpisce quanto in fin dei conti ci assomigliamo, quanto ognuno di noi cerchi l'armonia e la serenità e quanto i desideri e le speranze si possano realizzare. Proprio in territori dove la violenza e la paura hanno regnato a lungo, siamo riusciti a intravedere qualcosa di
più che un semplice sogno. Quel processo di pace che sembra cominciato solo negli ultimi anni, in realtà come il kibbutz è ormai consolidato. E' quasi irreale, fuori dal mondo l'atmosfera che ci ha avvolti a Sasa, quando, entrati, siamo stati accolti dagli amici israeliani. Nel veloce susseguirsi
delle esperienze e dei giorni, abbiamo capito tutto ciò che spesso le persone dicono senza pensare, superficialmente, con una certa ipocrisia.
Non vorremmo che questa frase finisse per essere considerata come una frase "fatta", volta ad attirare l'attenzione, ma la pace e la convivenza, per quanto abbiamo visto, sono nell'aria e nello spirito di ogni persona e l'arte in tutte le sue forme, questa esperienza ci ha insegnato, è di vitale aiuto.
Marco Porcelluzzi
È stato un viaggio straordinario! Ho conosciuto ragazzi che per esprimersi usavano l’arte del teatro e della musica come noi dell’orchestra! Già dal primo giorno è nata un’amicizia tra noi anche solo suonando insieme all’altra orchestra e vedendo gli israeliani recitare! Mi è piaciuto molto anche visitare le città e scoprire come vivono le persone in un paese diverso dal nostro, dove è finita da poco la guerra e rendermi conto che le notizie che arrivano a noi sono spesso poco veritiere perché ho visto convivere serenamente persone di etnie e religioni diverse. Quello che sono riuscito a capire è che ci si può confrontare tra culture differenti anche senza comunicare a parole, ma esprimendosi solo con il linguaggio della musica e del teatro. Prima di questo viaggio non credevo che questa condivisione fosse possibile, ma ora penso sia una cosa fantastica. Noi con loro ci siamo riusciti. L’obiettivo dell’orchestra secondo me non era il successo ma lavorare insieme, creando un legame tra di noi. Sono convinto che ci siamo riusciti. È stata un’esperienza indimenticabile e per questo vorrei ringraziare max e fausto che hanno creduto in noi e che ci hanno aiutato e sostenuto in questo percorso.
Roberto Casagranda papa' accompagnatore del gruppo
Sono partito preoccupato per la responsabilità che mi sentivo da genitore accompagnatore pensando di trovare un paese completamente diverso, invece sono rimasto meravigliato dalla realtà che ho trovato. E’ stata un’esperienza indimenticabile, ringrazio tutti i compagni di viaggio in particolar modo gli organizzatori che mi hanno coinvolto in questo meravigliosa esperienza.Ciao.
Philippe Macaire papa' accompagnatore del gruppo
Viaggio indimenticabile! Faccio fatica riprendere il lavoro, e i pezzi risuonano in "loop" nella mia testa... Allevi, Boccelli, John Williams/Harry Potter, poi si ricomincia... E' stato un privilegio conoscere da più vicino questo meraviglioso gruppo di ragazze e ragazzi... Max e Fausto hanno sempre cercato di fare di voi delle persone migliori: a mio avviso ci stanno riuscendo... almeno fino alle 23 di sera (poi si può discutere... ;-) Grazie a tutti coloro che hanno reso questo splendido viaggio possibile!
Angelica Edna Beresheet LaShalom
e dopo tutte queste emozioni si inizia il nuovo anno!
Angelica Edna Beresheet LaShalom
e dopo tutte queste emozioni si inizia il nuovo anno!
noi ci incontreremo tutte le domeniche (che da noi e' giorno feriale)
abbiamo tante idee, tanti impegni e siamo pieni di energie dopo questa estate magica!!!
שלום לכולכם הורים וילדים יקרים!
Martina Arnoldi
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!
Martina
Margherita Ferrari
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
eccoci qua, è passata una settimana da quando siamo tornati e solo ora riesco a riordinare pensieri, esperienze, emozioni.. siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di vivere un' esperienza simile, non tutti forse se ne rendono conto ma abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una realtà e persone diverse da noi che in fondo in fondo tanto diverse non sono.. poche persone hanno potuto, come noi, vivere assieme a queste persone, conoscerle, ma soprattutto confrontarsi con loro..
arrivata a questo punto posso davvero dire di sentirmi orgogliosa di far parte di questa orchestra e di essere pienamente soddisfatta delle esperienze che sto vivendo assieme a questo gruppo di musicisti.. nella mia mente resteranno ben scolpiti questi viaggi,questa orchestra e tutti quelli che ne fanno parte ma soprattutto resterà indelebile in me la stima che ho nei confronti di quelli che in noi credono più di tutti: Max e Fausto.
vorrei ringraziarli di tutta la fatica e determinazione che impiegano per renderci felici e orgogliosi, grazie di tutto!Margherita Ferrari
Il sole avvolgeva ogni cosa e il suo calore ti penetrava in profondità, come le emozioni che ho provato ad essere li in Israele con tutti i miei amici. La nostra musica si è unita a quella dei ragazzi israeliani ed arabi ed ha attraversato le montagne, il deserto, il mare e ha portato un messaggio 'ce la possiamo fare, possiamo portare qualcosa di meraviglioso insieme.' Le nostre note non hanno percepito la guerra ed hanno viaggiato e unito, come abbiamo fatto noi. Ed io c'ero. Grazie mille a chi ha permesso questo viaggio e grazie Max e Fausto!
Margherita
Lucia Gianformaggio
Si parlava di Israele come se fosse un viaggio lontano, ma è arrivato e già concluso. Abbiamo finito di vivere le esperienze che ci aspettavano, ma è come se nulla fosse finito, perché ognuno di noi sta continuando a ripensare al tutto. Le foto e i video rimarranno, ma anche se andassero persi, rimarrà sempre in noi questo forte ricordo. Siamo stati molto fortunati: chi è mai andato così lontano, a quindici anni, per fare musica e teatro insieme a ragazzi israeliani?
Abbiamo conosciuto persone che hanno lingue e culture diverse dalle nostre. Ci ha stupito molto la loro apertura e la loro voglia di vivere. Siamo stati su quel palco insieme, pensando in lingue diverse, ma provando le stesse emozioni. Siamo riusciti a creare un'atmosfera limpida e gioiosa.
Sembravamo un po' una famiglia ed è stato difficile separarci.
Torneremo all'ordinario e ricominceremo la scuola, avendo una storia diversa da raccontare. Questi giorni, anche se pochi, ci hanno fatto crescere. Inizio a credere alla possibilità di nuovi progetti per la prossima estate, perché penso che questo bel rapporto abbia stupito davvero tutti.
Ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questo viaggio!
Erica Marchi
Bisognerebbe utilizzare molte, forse troppe parole per descrivere questo viaggio che ,probailmente, risulterebbero persino inutili. Le emozioni che abbiamo provato, i sorrisi e, perchè no?, anche le lacrime di questo viaggio non sono eprimibili attraverso delle semplici parole perchè sicuramente sminuirebbero tutto questo. Se ora penso alla settimana passata mi salta subito in mente la forte emozione provata nel suonare i primi pezzi che aprivano la serata a Ma'alot, la gioia nel ballare tutti insieme alla fine e i grandi sorrisi tra noi ragazzi: Israeliani, Italiani, teatranti o orchestranti non importava più nulla ormai. Dopo due giornate di tensione era andato tutto per il meglio, forse proprio perchè il motto di Max e Fausto è vero: "NULLA E' IMPOSSIBILE". Mi sento quindi in dovere di ringraziare questi due papà che mettono l'anima per la nostra orchestra e non per averne un conpenso personale ma per vederci felici e, come direbbero loro, portatori di emozioni. E' stato un viaggio straordinario e certamente terrò con me i sorrisi e la gioia delle persone che ne hanno fatto parte che saranno indelebili insieme al ricordo di questa meravigliosa terra chiamata Israele. Grazie a tutti, a presto!
Enrico Rizzo
Marinella Rizzoli ,una mamma dell'orchestra.
.....Siete tornati da quest'avventura "cresciuti". Nello spirito, nella maturità che vi ha portato la conoscenza di tante persone e culture così diverse dalla nostra. Avete capito che la condivisione è possibile. Avete capito che esiste una lingua universale che va al di là di ogni confine; e quella lingua è scritta sugli spartiti: è il linguaggio universale della musica. Quel linguaggio apre i cuori e fa volare gli animi e le idee. Continuate a crederci, e portate sempre con voi l'entusiasmo di quest'avventura.
Mi sono serviti diversi giorni per "pesare i frutti", per capire cioè in profondità cosa è stato veramente questo viaggio. E a dire il vero mi ha sorpreso: ho continuato a parare di voi ragazzi, in ogni incontro che ho fatto questa settimana, ad ogni persona, in ogni situazione. Mi sono resa conto che la vostra ricchezza è davvero grande.
Milena
Paola Raia , una mamma dell'orchestra fuoritempo
Gli eventi, le esperienze positive e negative vissute e filtrate dagli occhi dei propri figli possono diventare tutto per te che non vuoi altro che il meglio per loro. Attraverso l'entusiasmo e la consapevolezza dell'impegno per poter partecipare a questo progetto meraviglioso e l'affetto e la stima per tutti i compagni, ho potuto leggere qualcosa di Rocco che prima non conoscevo, un percorso di crescita tutto suo e ne sono felice. grazie Massimiliano e Fausto
Enrico Rizzo
Volevo ringraziare anche io tutti voi che mi avete fatto vivere delle emozioni indescrivibili e che avete reso per me importante ciò che rende tutto più bello!!!!!!!!
Enrico Rizzo
Sebbene io sia più musicista che scrittore ho comunque deciso di raccontarvi l’esperienza che ho vissuto in questa bellissima settimana. Fino ancora a poco tempo fa, le emozioni che ho provato mi sembravano indescrivibili, ora invece sono riuscito a
riordinarle nella mia mente.
Devo ammettere che alla partenza pensavo di andare a fare una semplice tournèe in Israele come le grandi orchestre e suonare con un gruppo del posto. Questa esperienza invece si è rivelata molto di più a livello personale: incontrare dei coetanei musicisti,
aprirmi al dialogo e condividere con loro la musica non è stato semplice all’inizio; bisognava abbattere nella propria testa il pregiudizio del “diverso”. Grazie alla musica, al teatro e al carattere molto aperto e socievole dei ragazzi israeliani, che ci hanno
coinvolto sin dall’inizio, siamo riusciti a liberarci da tutti i nostri pregiudizi.
Quando siamo riusciti a toglierceli dalla testa è diventato tutto più semplice: ci siamo integrati e siamo diventati un gruppo unico formato non da Italiani, o Israeliani, da musicisti o da attori, ma da tanti ragazzi tutti quanti cittadini del mondo. Secondo me è
stato impressionante vedere come Israele sia quasi il fulcro del mondo dal punto di vista dei popoli diversi fra loro per religione, cultura e tradizione.
Sarebbe stato bello che i nostri amici fossero venuti con noi a Gerusalemme o a Nazareth, nelle tappe sul lago di Tiberiade e sul Monte delle Beatitudini. È stato come allontanare bellissimi rapporti di amicizia che si erano appena instaurati. Spero che
questa nostra amicizia possa proseguire e che il nostro viaggio sia una testimonianza di dialogo, pace, fratellanza e renda possibile per tutti seguire il nostro esempio. Con la determinazione che ci hanno “passato” gli Israeliani credo che sia sicuramente possibile
incontrarci nuovamente insieme: un’altra valanga di emozioni. Speriamo che la determinazione acquisita ci spinga sempre di più a credere in noi stessi e a realizzare i nostri sogni.
In particolare grazie a Max e a Fausto che hanno subito creduto in noi, ma anche all’assessore Beltrami e a tutti quelli che hanno reso possibile questa esperienza indimenticabile. Ringrazio gli accompagnatori e soprattutto i miei amici che come me
sono andati a caccia di nuove emozioni.
Grazie a tutti.
Ester Rizzo
Allevi, Pavane, Bach, Purcell, Sarabanda, Harry Potter, La vita è bella, Mamma Mia, Jurassic Park, Rinaldo, Summer Night, Irish Stew , Con te partirò e chi più ne ha più ne metta, perché non sto dando i numeri, o meglio note, ma anche se non sono una
scrittrice voglio anche io partecipare a questa raccolta di commenti sicuramente gradita a tutti.
Già un anno fa si parlava di Israele , ma come un’ idea, come una bolla di sapone fluttuante nel cielo che quando improvvisamente è scoppiata ha rivelato un aereo di compagnia israeliana diretto verso la modernissima Tel Aviv, e indovinate un po’, la
dentro c’eravamo noi, l’avreste mai detto???
Questo viaggio per me è stato fonte di nuove scoperte e conoscenze che mi sono portata a Trento come un bagaglio in più rispetto a quando sono partita. Ogni giorno imparavo qualcosa, in particolare dai nostri nuovi amici , diversi, ma in fondo in fondo, anche
uguali a noi. Fra prove, momenti liberi e rinfrescate in piscina ci siamo sicuramente conosciuti meglio. Personalmente a me è piaciuta molto la realtà del Kibuz e i suoi abitanti, e se mi chiedessero di ritornarci non esiterei (ammesso che mi paghino il volo e
il soggiorno, naturalmente =D).
Si può pur dire che questo viaggio me lo aspettavo molto diverso, ma vi assicuro pienamente che così è stato molto, molto meglio, perché se le cose non riservano sorprese diventano di gran lunga noiose. Mi sono divertita, ho sperimentato nuove cose
(a partire dal cibo dei DRUSI =D) e ne ho imparate altrettante.
Uno dei momenti più belli è stato il viaggio di ritorno, con il concertino per le hostess e ai passeggeri che, come la mia breve composizione giunta QUASI al termine, ha segnato una delle parti finali del nostro viaggio.
Già, QUASI perché mancano ancora i ringraziamenti che vanno in particolare a Max, aFausto e a tutti gli organizzatori della provincia. Inoltre vorrei ringraziare anche gli accompagnatori e i genitori restati “OLTREMARE” in questa fantastica avventura.
L’ultimo e il penultimo grazie sono per voi, cari compagni e per Angelica, la nostra stella polare , anzi “ORIENTALE”.
GRAZIE di cuore
Viviana e Martina
Dopo breve consulto, abbiamo deciso di rispondere assieme (le
gemelle). é stato il viaggio più bello di questa estate. ci
aspettavamo un paese pieno di guerra e militari armati invece ci siamo
trovate in un paese molto simile al nostro anzi forse più tecnologico
e moderno. Suonare con gli israeliani è stato molto bello ed
emozionante e come qualcuno ha già detto la musica ha eliminato ogni
differenza culturale e religiosa. noi siamo contente dell' impegno e
della serietà con cui, almeno per quel che riguarda l' orchestra
Fuoritempo, abbiamo affrontato e preparato questa esperienza e, visti
i buoni risultati, speriamo che il tutto non finisca qui
Marianna Beltrami teatro Portland
Viviana e Martina
Dopo breve consulto, abbiamo deciso di rispondere assieme (le
gemelle). é stato il viaggio più bello di questa estate. ci
aspettavamo un paese pieno di guerra e militari armati invece ci siamo
trovate in un paese molto simile al nostro anzi forse più tecnologico
e moderno. Suonare con gli israeliani è stato molto bello ed
emozionante e come qualcuno ha già detto la musica ha eliminato ogni
differenza culturale e religiosa. noi siamo contente dell' impegno e
della serietà con cui, almeno per quel che riguarda l' orchestra
Fuoritempo, abbiamo affrontato e preparato questa esperienza e, visti
i buoni risultati, speriamo che il tutto non finisca qui
Marianna Beltrami teatro Portland
Ero già stata in Israele parecchie volte, ma questa volta è stato diverso e sicuramente è stata un'esperienza che mi ha toccata nel profondo, dal primo all'ultimo momento.
Tanti erano i dubbi e le domande che mi accompagnavano prima della partenza, ma non c'era risposta a nessuno di loro. Ciò di cui ero certa sin dall’inizio era che sarei tornata a casa cambiata. E infatti è stato così.
Già dalla partenza si respirava un clima di eccitazione, di serenità, e si capiva che eravamo tutti pronti e motivati al massimo per iniziare questa avventura.
Preparare il primo spettacolo è stato molto faticoso ma anche motivante. C’era un’energia grandissima e grande determinazione. Infatti, ciò che è venuto fuori è stato uno spettacolo magnifico, pulito e divertente. Non mi brucia il fatto che non abbiamo avuto tanto tempo libero: ne è valsa assolutamente la pena di fare ore e ore di prove al giorno. L’esperienza mi ha arricchita sia dal punto di vista recitativo che come persona.
Ho stretto amicizia con tantissime persone, vissuto mille esperienze fantastiche, visitato posti incantevoli.
Ho avuto l’occasione di parlare con molta gente, di toccare con mano com’è veramente essere una comunità, di divertirmi pur lavorando sodo.
Questo viaggio ha decisamente superato le aspettative e non vedo l’ora di ripetere un’esperienza del genere.
Vorrei davvero ringraziare tutti i ragazzi, uno per uno, i genitori e gli accompagnatori, Paolo, Michele, Fausto e Massimiliano, per aver contribuito a creare un qualcosa di magico e per averci donato una settimana meravigliosa che mai, nemmeno fra ottant’anni, riuscirò mai a dimenticare.
Marianna
Alessandro Chini
Appena ho rivisto i miei amici, dopo questa esperienza, è stato molto semplice descrivere loro i luoghi visitati e lo svolto... Quando però mi è stato chiesto cosa significasse questo viaggio per me ho avuto qualche difficoltà nel parlarne.
Scorro le foto dei nostri album, ripercorro mentalmente i ricordi, rivedo persone, sorrisi, strumenti, stanchezza, felicità, divertimento, Akko, il Monte delle Beatitudini, Gerusalemme, il lago di Tiberiade, aerei, tramonti...veramente tanti highlights, ma nessuno che mi suggerisse l'input giusto per cominciare.
Potrei dire di aver fatto un semplice viaggio all'estero o di aver trascorso una settimana di divertimento coi miei amici, ma mancherebbe sempre qualcosa, quel qualcosa che sicuramente ha reso tutto più speciale.
Ogni avventura della nostra vita comporta sempre un cambio di scelte, separazioni dalla quotidianità e dagli affetti, ma io credo che questo sia stata più una sfida con me stesso oltre che ad un'avventura.
Son partito con molta adrenalina ma una volta sceso dall'aereo ho capito che sarebbe stato diverso.
In questo viaggio non ci sarebbero state tante nozioni di storia, cultura o geografia bensì solamente un gruppo di semplici ragazzi accomunati da un'unica passione, con un unico sogno ed un'unica speranza: quella di poter gettare le basi per un mondo senza conflitti, per un mondo di pace (unica parola con cui potrei descrivere nel l'insieme il viaggio).
Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano (cit.)
Sono contento di poter dire che insieme abbiamo aggiunto un tassello a quel progetto che sta a cuore a tutto il mondo.
È stato fantastico: grazie a tutti quelli che hanno contribuito a farci vivere questa magnifica esperienza.
Alessandro
Tanti erano i dubbi e le domande che mi accompagnavano prima della partenza, ma non c'era risposta a nessuno di loro. Ciò di cui ero certa sin dall’inizio era che sarei tornata a casa cambiata. E infatti è stato così.
Già dalla partenza si respirava un clima di eccitazione, di serenità, e si capiva che eravamo tutti pronti e motivati al massimo per iniziare questa avventura.
Preparare il primo spettacolo è stato molto faticoso ma anche motivante. C’era un’energia grandissima e grande determinazione. Infatti, ciò che è venuto fuori è stato uno spettacolo magnifico, pulito e divertente. Non mi brucia il fatto che non abbiamo avuto tanto tempo libero: ne è valsa assolutamente la pena di fare ore e ore di prove al giorno. L’esperienza mi ha arricchita sia dal punto di vista recitativo che come persona.
Ho stretto amicizia con tantissime persone, vissuto mille esperienze fantastiche, visitato posti incantevoli.
Ho avuto l’occasione di parlare con molta gente, di toccare con mano com’è veramente essere una comunità, di divertirmi pur lavorando sodo.
Questo viaggio ha decisamente superato le aspettative e non vedo l’ora di ripetere un’esperienza del genere.
Vorrei davvero ringraziare tutti i ragazzi, uno per uno, i genitori e gli accompagnatori, Paolo, Michele, Fausto e Massimiliano, per aver contribuito a creare un qualcosa di magico e per averci donato una settimana meravigliosa che mai, nemmeno fra ottant’anni, riuscirò mai a dimenticare.
Marianna
Alessandro Chini
Appena ho rivisto i miei amici, dopo questa esperienza, è stato molto semplice descrivere loro i luoghi visitati e lo svolto... Quando però mi è stato chiesto cosa significasse questo viaggio per me ho avuto qualche difficoltà nel parlarne.
Scorro le foto dei nostri album, ripercorro mentalmente i ricordi, rivedo persone, sorrisi, strumenti, stanchezza, felicità, divertimento, Akko, il Monte delle Beatitudini, Gerusalemme, il lago di Tiberiade, aerei, tramonti...veramente tanti highlights, ma nessuno che mi suggerisse l'input giusto per cominciare.
Potrei dire di aver fatto un semplice viaggio all'estero o di aver trascorso una settimana di divertimento coi miei amici, ma mancherebbe sempre qualcosa, quel qualcosa che sicuramente ha reso tutto più speciale.
Ogni avventura della nostra vita comporta sempre un cambio di scelte, separazioni dalla quotidianità e dagli affetti, ma io credo che questo sia stata più una sfida con me stesso oltre che ad un'avventura.
Son partito con molta adrenalina ma una volta sceso dall'aereo ho capito che sarebbe stato diverso.
In questo viaggio non ci sarebbero state tante nozioni di storia, cultura o geografia bensì solamente un gruppo di semplici ragazzi accomunati da un'unica passione, con un unico sogno ed un'unica speranza: quella di poter gettare le basi per un mondo senza conflitti, per un mondo di pace (unica parola con cui potrei descrivere nel l'insieme il viaggio).
Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano (cit.)
Sono contento di poter dire che insieme abbiamo aggiunto un tassello a quel progetto che sta a cuore a tutto il mondo.
È stato fantastico: grazie a tutti quelli che hanno contribuito a farci vivere questa magnifica esperienza.
Alessandro
Marinella Rizzoli ,una mamma dell'orchestra.
Lorenza Tomasi, una mamma dell'orchestra.
.....Siete tornati da quest'avventura "cresciuti". Nello spirito, nella maturità che vi ha portato la conoscenza di tante persone e culture così diverse dalla nostra. Avete capito che la condivisione è possibile. Avete capito che esiste una lingua universale che va al di là di ogni confine; e quella lingua è scritta sugli spartiti: è il linguaggio universale della musica. Quel linguaggio apre i cuori e fa volare gli animi e le idee. Continuate a crederci, e portate sempre con voi l'entusiasmo di quest'avventura.
Lorenza
Mi sono serviti diversi giorni per "pesare i frutti", per capire cioè in profondità cosa è stato veramente questo viaggio. E a dire il vero mi ha sorpreso: ho continuato a parare di voi ragazzi, in ogni incontro che ho fatto questa settimana, ad ogni persona, in ogni situazione. Mi sono resa conto che la vostra ricchezza è davvero grande.
Lo ho già detto, e lo ripeto volentieri, vale la pena darvi fiducia. Non dobbiamo avere paura, come genitori, accompagnatori, amministratori. Dobbiamo mettere il futuro nelle VOSTRE mani, con coraggio, gioia, entusiasmo.
Il peso della responsabilità se n'è volato via solo sull'aereo di ritorno, mentre suonavate. Ma posso dire a gran voce: ne è valsa la pena.
Spero sia solo una tappa e che il nostro cammino insieme possa proseguire, per abbattere i muri del pregiudizio, per valorizzare le differenze in un' unica armonia, per costruire un futuro di pace.
GRAZIE, ALLA PROSSIMA!
Lia
Milena Corn, mamma e cuoca ufficiale dell'orchestra fuoritempo
Stupendo, meraviglioso, intenso ed impegnativo
Con voi ragazzi ogni luogo diventa indimenticabile, ho visto con quanta forza avete affrontato le difficoltà e quanto vi siete divertiti nei momenti liberi, specialmente dopo cena...Vi ringrazio per quello che mi avete trasmesso e mi scuso se sono stata troppo rompi....scatole.
Grazie Max e Fausto... senza di Voi il mondo cosa sarebbe??? ...Anzi l'orchestra Fuoritempo dove sarebbe???
Un grazie anche a tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto...
con affetto
Paola Raia , una mamma dell'orchestra fuoritempo
Gli eventi, le esperienze positive e negative vissute e filtrate dagli occhi dei propri figli possono diventare tutto per te che non vuoi altro che il meglio per loro. Attraverso l'entusiasmo e la consapevolezza dell'impegno per poter partecipare a questo progetto meraviglioso e l'affetto e la stima per tutti i compagni, ho potuto leggere qualcosa di Rocco che prima non conoscevo, un percorso di crescita tutto suo e ne sono felice. grazie Massimiliano e Fausto
Lorenza Piffer , una mamma dell’orchestra fuoritempo
“Forse portiamo i ragazzi in Israele!” La mia prima reazione e stata di
appoggio ed entusiasmo, poi si è fatta sentire la parte più razionale e il
ruolo di mamma ….sarà pericoloso?….sarà un’esperienza troppo forte?...ma la positività e la fortuna di poter partecipare a questo progetto aveva sempre la meglio.
La paura del diverso solo perché non si conosce non poteva essere un
ostacolo.
I ragazzi sono tornati da Israele con le valigie piene, gonfie, ma non solo
di magliette e calzini sporchi. Una valigia piena di emozioni, di sogni
di….qualcosa che probabilmente prenderà un nome e un posto più in là nella loro vita.
Ieri sera alla presentazione del loro viaggio vedere i ragazzi tutti con le
magliette gialle, con i loro visi, colori, altezze, espressioni diverse e
stato bellissimo sembravano tante note dai suoni diversi che trovavano
piano piano posto su un pentagramma per iniziare a scrivere una
meravigliosa melodia.
Un grazie particolare a Massimiliano e Fausto perché la loro disponibilità
ed impegno permettono veramente tanto a questi ragazzi.
Sarò sempre una sostenitrice e sicuramente una fan dell’orchestra
Fuoritempo.
Maria Grazia Tasin , una mamma dell’orchestra fuoritempo
Eugenio Adami, un papa' dell'orchestra fuoritempo
Dopo questa nostra bellissima avventura volevo spezzare una lancia in favore di tutti i papà e di tutte le mamme dei ragazzi dell'Orchestra Fuoritempo che con i loro risparmi (ricordiamoci che siamo in un periodo di recessione) e le loro fatiche hanno contribuito affinché i loro figli potessero vivere questo magico momento. Ricordiamoci che non tutto è dovuto e siamo tanto fortunati ad avere questi papà e queste mamme.
Grazie papà e mamme.
Colgo l'occasione per invitarvi a leggere un bell'articolo apparso oggi (4/9/2012) sul giornale "L'Adige".
“Forse portiamo i ragazzi in Israele!” La mia prima reazione e stata di
appoggio ed entusiasmo, poi si è fatta sentire la parte più razionale e il
ruolo di mamma ….sarà pericoloso?….sarà un’esperienza troppo forte?...ma la positività e la fortuna di poter partecipare a questo progetto aveva sempre la meglio.
La paura del diverso solo perché non si conosce non poteva essere un
ostacolo.
I ragazzi sono tornati da Israele con le valigie piene, gonfie, ma non solo
di magliette e calzini sporchi. Una valigia piena di emozioni, di sogni
di….qualcosa che probabilmente prenderà un nome e un posto più in là nella loro vita.
Ieri sera alla presentazione del loro viaggio vedere i ragazzi tutti con le
magliette gialle, con i loro visi, colori, altezze, espressioni diverse e
stato bellissimo sembravano tante note dai suoni diversi che trovavano
piano piano posto su un pentagramma per iniziare a scrivere una
meravigliosa melodia.
Un grazie particolare a Massimiliano e Fausto perché la loro disponibilità
ed impegno permettono veramente tanto a questi ragazzi.
Sarò sempre una sostenitrice e sicuramente una fan dell’orchestra
Fuoritempo.
Tutto comincia in una giornata di volontariato in Paganella.
Fausto ci parla di un gruppo di ragazzi che suona a Martignano. Da quel
momento, pian piano inizia l'avventura che mai avrei pensato così intensa. Lo
stare insieme, le prove, Roma, Marcinelle e poi... Israele: che cosa speciale!
La gioia, la volontà e la forza dei nostri giovanotti è grande come è grande la
nostra meraviglia nel vederli crescere con questa ricchezza: la musica che apre
il cuore e dona una particolare sensibilità. Sono certa che l'anima di quanti
hanno partecipato direttamente e indirettamente al progetto di quest'anno si
sia arricchita di un dono prezioso: tanto amore!
Ringrazio ancora di cuore tutti, in particolare Massimiliano e Fausto che hanno sempre trovato il tempo, nonostante tutto, per rendere felici i nostri ragazzi!
Maria Grazia
Ringrazio ancora di cuore tutti, in particolare Massimiliano e Fausto che hanno sempre trovato il tempo, nonostante tutto, per rendere felici i nostri ragazzi!
Maria Grazia
Eugenio Adami, un papa' dell'orchestra fuoritempo
Dopo questa nostra bellissima avventura volevo spezzare una lancia in favore di tutti i papà e di tutte le mamme dei ragazzi dell'Orchestra Fuoritempo che con i loro risparmi (ricordiamoci che siamo in un periodo di recessione) e le loro fatiche hanno contribuito affinché i loro figli potessero vivere questo magico momento. Ricordiamoci che non tutto è dovuto e siamo tanto fortunati ad avere questi papà e queste mamme.
Grazie papà e mamme.
Colgo l'occasione per invitarvi a leggere un bell'articolo apparso oggi (4/9/2012) sul giornale "L'Adige".